Cosa rilasciano nell’aria le comuni candele?

Cosa rilasciano nell’aria le comuni candele?

Oggi desidero parlarvi di candele fornendovi alcune piccole indicazioni per tutelarvi scegliendo prodotti che siano salutari e non rilascino durante la combustione sostanze nocive e potenzialmente cancerogene.

Quando ho annunciato su Facebook la volontà di realizzare questo articolo, molte di voi hanno apprezzato. Effettivamente se per gli ingredienti contenuti nei cosmetici c’è poca informazione, per la dannosità dell’utilizzo di candele non sicure le notizie sono pressoché nulle. Quando sono venuta a conoscenza del potenziale cancerogeno di talune sostanze impiegate nelle candele, sono rimasta sbalordita. Non ci avevo mai pensato però riflettendoci è chiaro comprendere come questi oggetti possano rilasciare sostanze dannose per l’organismo se respirate.

Ci sono vari elementi da valutare per stabilire l’effettiva qualità e sicurezza delle candele. Prima d’iniziare a descriverli ci tengo comunque a sottolineare che è sempre bene arieggiare i locali durante e dopo l’utilizzo di candele per favorire il ricambio d’aria e di ossigeno per una buona respirazione.

 

 

Ecco cosa contengono le candele tradizionali:

Primo elemento da valutare nelle candele è il materiale di cui sono composte. La maggior parte delle candele in commercio è composta di paraffina, sostanza di derivazione petrolchimica. Partendo dal presupposto che comunque non è il massimo respirare tale sostanza, derivante dalla raffinazione del petrolio, è bene evidenziare che esistono delle differenze qualitative anche in riferimento alla tipologia di paraffina impiegata. La paraffina meno dannosa è quella idrogenata, riconoscibile con la sigla E905 ed impiegata altresì (e purtroppo a mio parere) per usi alimentari. Altre tipologie di paraffina, meno raffinate e più ricche di sostanze inquinanti, rischiano durante la combustione (ovvero nel nostro caso durante l’accensione della candela) di rilasciare sostanze altamente dannose e cancerogene come benzene, toluene, formaldeide e zolfo.

Per tutelare la salute di coloro che respirano l’aria in un ambiente in cui è accesa una candela, il primo passo è dunque quello di scegliere referenze composte da ingredienti di derivazione vegetale. Fortunatamente in commercio esistono diverse varianti di cere, sicure e non inquinanti come: cera d’api, cere vegetali come quelle di soia e palma e stearina (miscela di sostanze provenienti da oli vegetali totalmente biodegradabili). La stearina può essere ricavata altresì dai grassi animali ma è sempre meglio preferire la versione vegetale.

Molte candele di bassa qualità sono realizzate con materiali differenti per l’esterno e l’interno. È facile che l’esterno si presenti più bello e sia magari realizzato con ingredienti meno dannosi, per rivelare poi un interno bianco costituito da materiali plastici di pessima qualità. Per valutare questo aspetto nelle proprie candele è possibile inciderle con un coltello.

Secondo elemento da tenere in considerazione è il materiale di composizione dello stoppino. Si deve essere certi che esso sia composto unicamente da cotone puro non sbiancato. A tal proposito sono necessarie due spiegazioni. Molto spesso la parte di cotone dello stoppino riveste un “cuore” di piombo o di nylon. Durante la combustione, il piombo ed il nylon rilasciano ossido di piombo e diossine, molto dannose per la salute. Per riconoscere i materiali di composizione dello stoppino è sufficiente grattare un po’ la superficie per vedere se contengono un “cuore” più scuro. È importante anche valutare la tipologia di cotone impiegato per la realizzazione dello stoppino. Il cotone sbiancato difatti conserva parziali tracce di agenti chimici (sbiancanti appunto) che risultano dannosi se disciolti nell’aria mediante combustione.

Ulteriori elementi da tenere in considerazione sono i coloranti ed i profumi impiegati. Anche in questo caso, le sostanze che possono distribuirsi nell’aria sono molteplici e veramente dannose. È facile osservare una fiamma non omogenea, spesso di colore scuro, scoppiettante ed irregolare nel caso siano presenti sostanze nocive.

Un altro elemento da considerare è la possibile presenza di bolle d’aria interne alla candela. Bruciando, la candela si consuma ed inevitabilmente viene a contatto con eventuali bolle o disomogeneità nella distribuzione della cera. Qualora lo stoppino incontri una bolla d’aria il rischio è uno scoppio, di dimensioni proporzionate alla grandezza del vuoto d’aria incontrato. Ecco dunque che la candela rischia di divenire uno strumento molto pericoloso se non lavorata adeguatamente. Bisogna prestare attenzione al peso. Se prendendola in mano risulta più leggera di quanto ci si aspetterebbe valutando le dimensioni, è facile che la candela contenga bolle d’aria.

L’inquinamento provocato da candele ricche d’ingredienti dannosi, è in proporzione maggiore rispetto a quello del fumo passivo. Molte riviste scientifiche hanno evidenziato la dannosità ed il potenziale cancerogeno delle candele formulate senza tutele e garanzie per il consumatore.

Esistono varie ricerche scientifiche che dimostrano e testimoniano quanto appena esposto. Tra tutte quelle che ho letto, le più esplicite sono a mio avviso le seguenti, che ho deciso di riportare al fine d’indurre maggiore consapevolezza a riguardo.

Nel 2004, alcuni ricercatori olandesi misurarono la materia pulviscolare presente nelle chiese che accendevano candele. Uno di essi scoprì che lasciando le candele accese per nove ore all’interno di una cappella ecclesiastica, le particelle formatesi nell’aria producevano dieci volte più radicali liberi rispetto alle particelle veicolate nell’aria lungo le strade trafficate percorse ogni giorno da circa 45.000 veicoli. Venne rilevata altresì la presenza di minuscoli agenti inquinanti solidi, fino a venti volte superiori ai limiti europei per l’inquinamento atmosferico.

 Anche la rivista inglese “Proof!” testò nello stesso periodo presso i propri laboratori, una gamma di candele acquistate dai supermercati, dai grandi magazzini e dagli empori di Londra. Il fumo proveniente dalle candele venne analizzato per verificare la presenza di tracce di piombo e di cadmio. Circa due candele su dieci di quelle testate, conteneva livelli rintracciabili di cadmio e un numero minore di candele conteneva anche piombo. I maggiori paesi produttori di candele contenenti metalli pesanti evidenziati dalla ricerca sono Cina, Polonia e Germania.

È dunque bene prestare molta attenzione a ciò che si brucia nell’aria, tenendo in considerazione gli elementi sopra esposti anche per altre tipologie di prodotti come incensi, candele per gli insetti, candeline per le torte e quant’altro. Acquistate solamente prodotti sicuri, di aziende certificate e attente alla salute e all’ambiente. Non fidatevi dei brand commerciali, facilmente reperibili e largamente distribuiti. Sicuramente a molte di voi saranno già venuti in mente degli esempi di aziende che producono vastissime quantità di candele a basso prezzo. Se non siete delle esperte infine, non producete candele homemade, perché la difficoltà di miscelare adeguatamente coloranti e profumazioni può far divenire la vostra candela uno strumento pericoloso da utilizzare.

Prima di salutarvi ci tengo, come al solito negli articoli di approfondimento tematico, a proporvi delle referenze sicure, naturali e rispettose della salute umana. A tal proposito vi consiglio le Candele PuroBio HOME, proposte in 10 splendide fragranze ognuna certificata biologica da CCPB. Per maggiori informazioni, eccovi il sito ufficiale della collezione: https://purobiohome.it

Spero che quest’articolo vi sia stato utile!

Mi sono dilungata molto però volevo essere molto specifica e dettagliata. Fatemi sapere cosa ne pensate: conoscevate queste informazioni?

Un bacio,

Deborah

 

Bio Makeup

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