Lo stress, clinicamente definibile come la risposta dell’organismo a compiti o eventi che vengono sentiti come particolarmente sfidanti, può essere sia positivo, sia negativo.
Nel primo caso, rientrano tutte quelle situazioni in cui lo stress sprona a dare il meglio, sul breve termine, nella preparazione di un esame o di una gara atletica.
Nel secondo caso, si parla di tutte quelle volte in cui lo stress, la cui percezione cambia da persona a persona, si cronicizza. Negli ultimi anni, come molto probabilmente già sai, la scienza ci ha permesso più volte di comprendere che lo stress non ha effetti solo sulla mente, ma impatta negativamente pure sulla salute del corpo, logorando le cellule e compromettendo la fisiologia di diversi sistemi.
Tra questi, rientra anche il sistema uditivo. Quando il nostro corpo è stressato, tra gli ormoni che vengono sintetizzati maggiormente c’è l’adrenalina.
Nulla di strano! Dal momento che lo stress, come già accennato, è una risposta rapida dell’organismo a determinati eventi esterni, il corpo, per difendersi da questi ultimi, attiva le ghiandole surrenali, producendo alte quantità di adrenalina e noradrenalina.
La prima, è a sua volta causa di problematiche al microcircolo, che colpiscono pure l’orecchio. Il risultato è l’insorgenza di danni che colpiscono le cellule ciliate, la cui funzionalità è fondamentale per trasferire gli stimoli sonori fino al sistema nervoso centrale.
Chi vive in prima persona tutto questo sperimenta un sintomo fastidioso come l’acufene, scientificamente conosciuto come tinnito e, nel linguaggio comune, chiamato in causa con l’espressione “fischio all’orecchio”.
La cultura popolare associa questo sintomo al fatto di essere nei pensieri di qualcuno.
La scienza è molto diversa. Oggi, grazie alla ricerca, sappiamo bene che quando lo stress impatta la qualità dell’udito si innesca un circolo vizioso vero e proprio.
L’acufene, infatti, compromette profondamente la qualità della vita di chi ne soffre, causando disturbi del sonno e momenti di forte nervosismo.
Come risolvere il problema?
Come migliorare il benessere orecchio-correlato
Lo stress si può affrontare in diversi modi. Quando ci si rende conto che quello che era sempre apparso come eustress ha assunto carattere cronico, impedendo di portare a termine compiti importanti nella vita quotidiana o provocando sintomi fisici come l’acufene, i crampi allo stomaco e le palpitazioni, è bene chiedere aiuto.
Contatta uno psicoterapeuta. Questi professionisti, che hanno completato il percorso di formazione successivo alla laurea in psicologia con ulteriori quattro anni di studio, scelgono diversi orientamenti.
Il cognitivo-comportamentale è tra quelli che riescono, dati scientifici alla mano, a dare risultati con un impatto maggiormente positivo sui pazienti con stress cronico.
Questo approccio naturale può essere affiancato anche dai benefici di una disciplina antichissima, capace, ancora oggi di stupirci: l’agopuntura (mi raccomando: se dovessi scegliere di iniziare i trattamenti, rivolgiti rigorosamente a medici laureati e che hanno seguito percorsi di formazione verticali).
In che modo permette di risolvere gli acufeni? L’agopuntura per acufeni, pratica sicura e con risultati rapidi – il problema può essere risolto anche in 4 sedute – non agisce sul sintomo, ma sulla causa.
Tra quelle extraotologiche – circa il 5/10% del totale – rientrano anche le problematiche relative alla pressione arteriosa. Quest’ultima, grazie all’agopuntura, sembra essere interessata da un effetto stabilizzante.
Più si riesce, attraverso la psicoterapia – i cui benefici possono essere a loro volta potenziati con pratiche come lo yoga – a ridurre lo stress, meglio funziona l’agopuntura, che ha anche un forte potere neuromodulante.
Qualora si dovessero allungare i tempi per quanto riguarda la risoluzione dell’acufene, si può valutare il ricorso anche al trattamento noto come mascheramento.
Cosa prevede? L’esposizione del paziente a uno stimolo sonoro non fastidioso e in grado di neutralizzare il tinnito, trasformandolo, di fatto, in un rumore di sottofondo.
A presto,
Deborah