Il mondo del BIO sta cambiando e sebbene in pochi abbiano il coraggio di ammetterlo, le cose sono profondamente mutate rispetto ad alcuni anni fa.
Sono nel settore della cosmesi eco biologica da quasi 10 anni ormai. Ho visto questo trend evolversi e con esso, si sono trasformati i prodotti, le aziende, i rivenditori ed anche i consumatori. Oggi però le cose sono molto diverse da alcuni anni fa ed era da un po’ che meditavo di scrivere questo articolo.
Quando ho iniziato a lavorare nel settore dell’eco bio aprendo lo shop online, le aziende produttrici di cosmetici biologici erano molto più etiche. Facevano ricerche approfondite prima di immettere sul mercato un nuovo prodotto ed avevano una filosofia di vero rispetto nei confronti del consumatore e dei rivenditori.
Vi è poi stato un periodo in cui è iniziata la “gara alle novità”. Ogni anno, moltissime novità hanno iniziato ad invadere il Sana (la fiera più importante sul mondo biologico in Italia) e sebbene all’inizio questo fosse positivo perché i prodotti biologici hanno iniziato ad essere sempre migliori in termini di qualità e performance, nel lungo periodo si è persa tutta l’etica del biologico. Vi faccio qualche esempio:
- Novità continue, che di innovativo non hanno nulla e che confondono solamente i consumatori, spingendoli ad acquisti compulsivi e continui
- Rapporto sempre più conflittuale tra rivenditori e aziende cosmetiche, che anziché tutelare chi deve proporre sul mercato i loro prodotti, cercano sempre maggiori furbizie per ingrassare le loro tasche
- Consumatori sempre più disattenti, che comprano solo d’impulso, cercando sconti pazzi che ledono la (già poca) marginalità di sopravvivenza dei rivenditori
Potrei continuare per ore a parlare di quello che sta accadendo al nostro settore.
Vi dico solo due cose.
La prima è che tutti coloro che lavorano in questo settore si sono accorti di una profonda trasformazione di base.
La seconda è che se mi vedete meno attiva del solito è perché personalmente sono piuttosto stanca di questo settore, che è diventato una giungla dove il rispetto e l’etica si sono perse da un pezzo.
Non vi nego che sono delusa da quel che è accaduto perché io nel biologico credo davvero. Per me non è una moda passeggera. Non è un mero arricchimento economico (come è invece per molte aziende produttrici). Per me è uno stile di vita. Mangio biologico, vivo eticamente e insegno ai miei bambini questi valori. Però mi verrebbe da farlo sempre più in silenzio.
Perché in certe dinamiche non mi identifico. Perché mi cadono le braccia quando leggo certe richieste di “sconto pazzo”: ragazze sia ben inteso che un prodotto che costa 2 euro noi rivenditori lo paghiamo 1 euro e dobbiamo considerare nel nostro “guadagno” tutte le tasse che lo stato impone. Le aziende produttrici ci riducono sempre più il margine e i consumatori ci chiedono (a forza di sconti) di regalare i prodotti praticamente… Perchè il consumatore di oggi è abituato a comprarne a centinaia e buttarne altrettanti. Piuttosto, comprate quel che davvero vi serve. Ma pagatelo il giusto. Non dico uno sproposito (perché sapete che cerco sempre prodotti dal buon rapporto qualità prezzo), ma il giusto!
E voi aziende, quanto pensate che possano durare i meccanismi che state innescando?
Quanto pensate di sopravvivere economicamente, affondando continuamente con le vostre politiche scorrette, tutto il settore dell’eco bio?
Per oggi la mia riflessione termina qui, ma sicuramente tornerò sull’argomento.
Un bacio e a presto!
Deborah
Quanta verità, i consumatori stessi però davvero non si prendono la briga nemmeno di leggere un inci!
Pure io ci sono da 10 anni e all’inizio c’era più attenzione, anche da parte del consumatore, ora invece va bene tutto, basta solo che sia in sconto, forte sconto.
La colpa è di certi produttori che ingrassano, non regolando il mercato e permettendo a certi personaggi di applicare sconti fissi tutto l’anno.
Troppe aziende fotocopia, quasi tutte che si appoggiano a laboratori ed escono prodotti fotocopia, con INCI identici (una volta ho trovato la stessa crema viso con 4 marchi diversi, una crema dai 39 ai 45 euro che avrà avuto 10 euro come vero valore di mercato).
Altre piccole aziende improvvisate che non sanno manco quello che contengono i loro prodotti.
Altre che nonostante le scarse vendite restano in piedi perchè pagano al laboratorio un prodotto 5 €, lo rivendono al negoziante a € 25 e il consumatore lo paga € 50.
Molti si sono diretti ad acquisti nella GDO dove si trovano prodotti di qualità che costano la metà (magari è lo stesso prodotto che con un’altra etichetta al dettaglio costa il doppio).
E’ ora di ridare il giusto valore ai prodotti, almeno nel campo della cosmesi bio e naturale.
Articolo davvero interessante, molte info non le conoscevo. Grazie!
Ciao Deborah, sono in questo “ambiente”da 5 anni e l’ho visto cambiare per certi aspetti in meglio per altri in peggio.
Per quanto riguarda il tuo discorso mi trovi concorde, spesso ci sono una caccia allo sconto ed una corsa all’acquisto davvero tremende.
Per quanto riguarda le continue novità io penso che il problema dia duplice:
*da un verso ci sono aziende che tirano fuori novità su novità inducendo voi rivenditori a fare sempre nuovi ordini e noi appassionati a fare acquisti;
* dall’altro però la questione è che attualmente il mercato del bio è cresciuto e ci sono tantissime aziende e se ognuna di loro tira fuori anche solo una novità ogni 6 mesi comunque finisce per generare quel meccanismo di cui parlavo sopra.